Con il termine “stakeholder” si intende un portatore di interesse, ovvero una persona che viene influenzata dai processi aziendale o che, a sua volta, è in grado di influenzarli. La mappatura degli stakeholder consente di ottenere una rappresentazione grafica degli individui coinvolti nel business dell’impresa e della loro rilevanza in relazione a specifiche attività.

IL MODELLO DI MITCHELL ET AL.

Uno degli schemi che è possibile utilizzare per la mappatura è il modello di Mitchell et al., che consente di classificare gli attori a seconda di tre caratteristiche principali quali:

  • potere: la capacità di un attore di spingere l’azienda ad assumere decisioni che, senza la sua influenza, non avrebbe preso;
  • urgenza: la capacità di un attore di attirare con immediatezza l’attenzione dell’impresa
  • legittimità: l’assunzione secondo la quale le azioni di un determinato attore sono considerate desiderabili e appropriate anche grazie ad una serie di norme, contratti, costrutti sociali, valori e credenze.

Ogni stakeholder può risultare in possesso di una sola caratteristica (potere, urgenza o legittimità), di due caratteristiche (potere e urgenza, potere e legittimità, legittimità e urgenza) o di tutte e tre le caratteristiche (potere, legittimità e urgenza). Gli individui in possesso di due o più attributi sono quelli che per l’azienda dovrebbero risultare maggiormente rilevanti.
A seconda del proprio posizionamento all’interno dello schema, gli attori possono assumere le seguenti denominazioni, utili a comprendere la rispettiva influenza rispetto all’impresa di riferimento:

IL MODELLO DI MITCHELL ET AL.
  • Stakeholder Dormienti: sono caratterizzati solo dall’attributo del potere. Possono imporre la loro volontà sull’azienda, ma non essendo né legittimati né caratterizzati da aspettative urgenti, faticano ad influenzare la stessa;
  • Stakeholder Discrezionali: sono caratterizzati dall’attributo della legittimità, ma non possiedono né potere sull’azienda né aspettative urgenti, di conseguenza non sono in grado di imporre la loro volontà sull’organizzazione;
  • Stakeholder Esigenti: l’attributo per loro rilevante è l’urgenza. Non sono legittimati e non possiedono potere ma possono farsi portatori, ad esempio, di reclami o proteste;
  • Stakeholder Dominanti: essi sono caratterizzati da potere e legittimità; hanno un’influenza rilevante sull’impresa tanto che quest’ultima riconosce i loro interessi e la loro capacità di ottenerli;
  • Stakeholder Dipendenti: non possiedono potere, ma le loro aspettative sono urgenti e legittime. Sono chiamati dipendenti perché dipendono dai manager dell’azienda per la realizzazione dei propri obiettivi;
  • Stakeholder Pericolosi: sono caratterizzati da potere e urgenza, ma non possiedono legittimità. La mancanza di tale attributo li spinge ad esercitare il loro potere in maniera violenta e coercitiva, per questo motivo essi possono rappresentare un vero e proprio pericolo per l’impresa;
  • Stakeholder Definitivi: sono caratterizzati dalla presenza di tutti e tre gli attributi. In particolare, il fattore urgenza aumenta in modo notevole la loro dominanza già elevata dal possesso di potere e legittimità, rendendo le richieste di tali attori fondamentali per l’azienda.

MAPPATURA DEGLI STAKEHOLDER

A completamento di questo studio risulta spesso utile effettuare un’analisi dello stakeholder engagement, ovvero del livello di coinvolgimento dei vari interlocutori in relazione a tematiche “materiali”, rilevanti sia per l’azienda che per gli attori considerati.
Grazie ai risultati ottenuti da questi processi, l’impresa è in grado di acquisire informazioni utili per gestire le proprie relazioni con gli attori considerati e di scegliere la modalità di comunicazione e coinvolgimento che si addice in maniera più adeguata alla tipologia di relazione che vuole mantenere.
Uno dei modelli che è possibile utilizzare per classificare il livello di coinvolgimento è quello della matrice AA1000, che considera 3 dimensioni quali:

  • la tipologia di comunicazione (assente, limitata, diversificata);
  • il livello di coinvolgimento (basso, medio, alto);
  • la natura della relazione (breve, medio o lungo termine).

Ad ogni posizionamento all’interno della matrice sono associate diverse modalità di relazione che l’azienda può instaurare con i propri stakeholder:

matrice AA1000

Ad un livello di engagement basso e ad una comunicazione (quasi) assente orientata al mantenimento di relazioni a breve termine, corrispondono atteggiamenti come monitoraggio e passività verso gli stakeholder di riferimento. In questo caso il coinvolgimento è limitato in quanto l’attore considerato potrebbe non costituire una figura strategica per l’azienda.

Ad un livello di engagement medio e ad una comunicazione limitata sono associate azioni come la negoziazione, l’informazione, la consultazione e l’effettuazione di transazioni con gli stakeholder di riferimento. In questo caso l’azienda coinvolge gli attori in maniera più sistematica ed è interessata ad intrattenere con loro una relazione di medio-lungo termine.

Ad un livello di coinvolgimento elevato e ad una comunicazione diversificata corrispondono azioni come la collaborazione e il coinvolgimento. Inoltre, è in questo contesto che si possono realizzare processi di empowerment, ovvero di inclusione degli attori di riferimento all’interno di processi aziendali di co-creazione di valore. Gli stakeholder considerati giocano, in questo caso, un ruolo strategico in relazione al business dell’impresa, che è incentivata a mantenere con loro una relazione di lungo periodo.

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