Basta girare le vie del centro di una qualsiasi città per renderesti conto che un’attività commerciale su due ha installato delle videocamere. Bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, profumerie, nessuno sembra voler rinunciare a questo strumento di controllo e tutela. Si certo, è una forma di difesa passiva assolutamente legittima considerando l’incremento dei reati ai danni di attività commerciali.
Tuttavia, quando penso che la mia immagine e quella dei miei famigliari viene ripresa da migliaia di telecamere a mia insaputa, senza sapere inoltre che fine faranno quelle riprese, sento crescere in me una certa irritazione, anzi, un vero e proprio giramento di scatole.
Infatti, anche le immagini sono un dato personale così come nome, cognome, indirizzo, città, codice fiscale, email, cell. (etc.) ed in quanto tale soggetto alla normativa privacy che prevede a chi installa un impianto di videosorveglianza l’obbligo di rendere l’informativa.
Ma nella maggior parte dei casi, quando entro in un esercizio commerciale non trovo alcun avviso. Ecco perché mi girano le scatole!
Se non ci credi, verifica tu stesso. La prima volta che sei a fare un giretto con tua moglie entra in un negozio e cerca il cartello. Un consiglio, evita le gioiellerie. Non per la privacy ma per la moglie.
Questo test ti darà anche un metro del grado di applicazione della normativa sulla privacy.
“A cosa serve l’informativa in questi casi?”
Serve per informare l’utente di come verranno trattati i suoi dati in modo che possa decidere consapevolmente di essere ripreso oppure no.
“Ma se voglio installare un impianto di videosorveglianza cosa devo fare?”
Buona domanda! Se vuoi farlo sappi che:
- se hai dei lavoratori, prima dell’installazione deve essere richiesta l’autorizzazione alla Direzione Provinciale del Lavoro o alle rappresentanze sindacali (se presenti nella tua azienda). L’installazione è ammessa solo per:
- controlli difensivi e tutela del patrimonio
- finalità di sicurezza sul lavoro
- motivi organizzati e produttivi
- devi rendere l’informativa con appositi cartelli ben visibili e installati prima del raggio di azione (non metterla sotto la videocamera!!) per comunicare ai soggetti che frequentano il tuo esercizio che esiste un impianto di videosorveglianza;
- l’informativa (breve) deve contenere almeno:
- le finalità
- il nome del titolare del trattamento
- l’indicazione se le immagini vengono registrate o solo visualizzate
A completamento dell’informativa breve (quella che hai esposto con cartelli ben visibili) devi avere anche quella più esaustiva, secondo quanto previsto dagli artt. 13-14 del Regolamento UE 679/2016 e che dovrai esibire in caso di richiesta degli organi di controllo.
iscorrendo amabilmente con il titolare di un negozio vicino a casa, provocato sull’argomento, mi ha detto testuali parole: “Ma io non sono soggetto alla normativa della privacy perché le mie telecamere sono finte”.
Caro amico, è vietata anche l’installazione di telecamere “finte” montate a scopo dissuasivo, poiché questa condotta costituisce già di per sé un illecito, indipendentemente dall’effettivo utilizzo dell’impianto (non lo dico io… lo dice il Garante Privacy).
Perciò, se vuoi installare un impianto di videosorveglianza (vero o finto):
- devi osservare tutte le regole che trovi nel Provvedimento del Garante dell’8 aprile 2010 (di cui ti ho fornito il link qui sopra).
- fatti aiutare dalla nostra GUIDA gratuita (clicca qui) che ti aiuterà a scrivere un’informativa corretta ed esaustiva e che renderai visibile ai clienti o visitatori mediante l’affissione di appositi cartelli.
E’ tutto! Non mi resta che augurarti buon shopping.
More privacy, Smart privacy.